L’agricoltura sostenibile, l’innovazione e le sfide globali al centro del convegno promosso dal Consorzio Isola Bio Sicilia, patrocinato dall’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali di Agrigento, nell’ambito del “Progetto Biologico A+++”, finanziato dal dipartimento regionale dell’Agricoltura Psr Sicilia 2014/2020 Misura 16 – cooperazione, sottomisura 16.1 e gestito dal gruppo operativo composto da 8 aziende biologiche tra le più rappresentative in Sicilia e coordinato dal Consorzio Isola Bio Sicilia.
Diversi i relatori che si sono susseguiti durante il convegno, svoltosi allo Spazio Temenos, affrontando temi che riguardano non solo le aziende agricole ma anche, e soprattutto, i consumatori oggi molto attenti a ciò che mettono a tavola.
“Lo scopo del progetto – spiega Calogero Alaimo Di Loro, responsabile Ente capofila – è reperire le innovazioni tecnologiche disponibili a livello internazionale e trasferirle sul panorama aziendale che abbiamo a disposizione. Il progetto si chiama A+++ e proprio “+++” sta nella qualità e nella capacità di esprimere valori relativi alla sostenibilità. Pensiamo che l’agricoltura biologica, oltre e non fare uso di fitofarmaci e dare una risposta salutistica elevatissima ai consumatori, abbia delle peculiarità relativamente alla sostenibilità e alla riduzione massima di ogni impatto possibile. Ciò significa utilizzare più conoscenza e meno tecnologie. La provincia di Agrigento, in questo senso, offre il suo cospicuo contributo con le aziende molto differenziate per produzione e trasformazione, molte delle quali sono rappresentate dal Consorzio Bio Sicilia e rientrano in questo progetto di trasferimento dell’innovazione”.
“Oggi mettiamo sul tavolo competenze, rete, innovazione, ricerca che portano alla qualità di processo, prodotto e riqualificazione territoriale – afferma Maria Giovanna Mangione, presidente dell’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali di Agrigento – La misura di cooperazione e ciò che possiamo fare come Agronomi e Dottori Forestali è un punto movente molto forte nel nuovo modo di progettare e produrre, capace di mettere in stretto contatto produttore e consumatore. Ed è qui e adesso che occorre avere una responsabilità inclusiva: deve appartenere a ognuno di noi il nuovo modo di vivere nella tutela di quello che abbiamo oggi preservandolo per le generazioni future”.
Assume, dunque, fondamentale importanza il ruolo degli Agronomi e dei Dottori Forestali “all’interno di questo processo di rivoluzione culturale rispetto alla necessità del mangiare e di alimentarsi – spiega Pietro Lo Nigro, presidente della Federazione regionale Odaf – Non può esserci produzione senza attività di ricerca e studio. La nostra è una visione in continua evoluzione certamente per quanto riguarda l’adeguamento ma i principi sono comunque tecnici e scientifici. In questa logica non abbandoniamo il concetto della valorizzazione territoriale che si inserisce in un contesto globale e in questa direzione prediligiamo quello che nella logica finisce per dare i risultati migliori”.
Anche in agricoltura l’innovazione assume un ruolo particolarmente importante e sono diverse “le innovazioni introdotte nel progetto – dettaglia Margherita Amenta, coordinatore scientifico e ricercatore Crea – e tra queste si inserisce il trasferimento alle aziende del concetto di un prodotto biologico sicuro, pulito, sano e sostenibile. In tal senso saranno valorizzati i sottoprodotti provenienti dall’industria agrumaria, l’innovazione nel settore del compost e la valorizzazione delle biomasse per migliorare la fertilità dei terreni e del suolo”. Durante il convegno si è parlato anche di marmellate e di grani antichi siciliani.
“Ci sono marmellate funzionali che rientrano nelle esigenze del mercato di oggi – sottolinea Nicolina Timpanaro, responsabile Azione 7 e ricercatore Crea – Il consumatore è molto più attento a ciò che consuma, ai prodotti che fanno bene alla salute. Ecco perché vogliamo utilizzare le sostanze ancora presenti nei sottoprodotti agrumari per arricchire una marmellata, usando sostanze biologicamente attive che fanno bene alla salute”.
“L’Azione 8 del progetto prevede la caratterizzazione qualitativa e tecnologica dei grani antichi siciliani che hanno un elevato contenuto proteico e in glutine che ha una qualità diversa rispetto a quella contenuta nelle varietà moderne – commenta Alfio Spina, ricercatore Crea e responsabile Azione 8 – Questi grani presentano un maggior contenuto in minerali e in fibre e si adattano molto bene al biologico perché non hanno bisogno input chimici e possono fare a meno della concimazione azotata di copertura e di diserbo chimico perché hanno una taglia molto elevata e riescono a soffocare le erbe infestanti”.
Qual è, dunque, il ruolo del Consorzio Isola Bio Sicilia nel contesto del progetto A+++?
“Senza dubbio – dice Giuseppe Craparo, innovation broker – ha un ruolo propulsore per l’innovazione delle aziende agricole biologiche del territorio mentre il progetto intende applicare la metodologia di ricerca sul campo biologico per renderlo ancora più sostenibile e creando una sorta di economia circolare all’interno della stessa azienda con input positivi che non pesano sull’ambiente e non impattano sul territorio”.
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